Tra gli artisti del Bliss Beat Festival sono presenti Irene Grandi, che già tutti conoscono ed Emy Berti: un passato nel mondo della canzone e un presente di insegnante yoga e autrice di kirtan contemporaneo. In uscita il suo primo disco Into the Open per la neo etichetta Bliss Beat Edizioni Musicali.
Come nasce la curiosità per la pratica dello yoga?
La scoperta dello yoga e avvenuta grazie a due direzioni: la condivisione di un’amicizia e il bisogno di un importante momento di riflessione e crescita personale per la mia carriera.
Cominciamo allora dall’amicizia.
Emy Berti: un’amicizia molto lunga, una sorellanza. Anche lei cantante (presente nella nostra compilation, ndr) poi approdata allo studio dello yoga, all’insegnamento e adesso tornata a cantare per lo yoga (modern kirtan). Con lei ho cominciato a praticare e poi ho proseguito dove ho potuto, anche con l’ausilio di dvd: tra una tourné e l’altra.
E l’altra direzione?
Lo yoga è un momento di profonda concentrazione che dedico a me stessa. Perché il tempo che ci si prende non e mai perso. E io avevobisogno di un periodo di studio, riflessione, esplorazione, dopo una crescita importante.
Cosa ti ha portato lo yoga nel tuo modo di cantare?
La pratica mi ha dato un’energia quieta e calma, donandomi qualità. Dello yoga apprezzo anche l’eleganza, l’armonia del corpo con una muscolatura lunga e dinamica.
Cosa ci dici della tua partecipazione al Bliss Beat Festival?
Forse partecipo alla lezione di Marco Mandrino, ma soprattutto sono coinvolta nella performance di Emy nel cantare i Kirtan tratti dal suo disco, dove appare anche un brano cantato insieme.
Come ti sei trovata a cantare Kirtan e mantra?
Tecnicamente mi sono sentita più libera di agire nella struttura di un mantra: esprimersi nel momento. Mi piace il canto morbido e I’assenza di regole èla forma di canzone a cui sono più abituata. E poi anche la ricerca di un dialogo “domanda/risposta” del canto corale una dinamica molto intensa.
Pensi che questa esperienza yogica potrà influire sul tuo approccio alla musica in futuro?
Forse, non posso dirlo con certezza. Certo mi piacerebbe cantare cose differenti, ma soprattutto cercare l’essenzialità, più diretta, più carnale con la musica.
Come nasce l’amicizia con Irene?
Eravamo adolescenti, appassionate di canto, prima in gruppi diversi, poi abbiamo formato un quartetto di voci femminili. Irene in seguito ha proseguito la carriera ma siamo sempre rimaste In contatto.
Com’è proseguita la tua carriera?
Negli anni ho lavorato come corista, cantante in pubblicità, nei primi due dischi di Stefano Bollani e in tre film di Francesco Nuti. Poi nel ’97 incisi un disco che non fu mai distribuito. Stufa e disorientata dalle politiche da discografici, sono andata via dall’Italia.
Dove ti sei diretta?
Sono stata due anni a Brooklyn a Park Slope. Ero stanca, piena di acciacchi e con poca coscienza del respiro, avevo anche smesso di cantare e ho conosciuto lo yoga. Da li tutto si e ricomposto, il fisico, il respiro, il canto.
E la formazione di insegnante?
A Brooklyn studiavo in un piccolo centro Integral Yoga, poi mi sono spostata a Londra dove ho seguito un corso con la Fondazione British Wheel of Yoga. Subito dopo sono patita per l’India. Infine, nel 2005 ho seguito un secondo corso di formazione di Sivananda in Tirolo. Un lungo periodo di rinascita. Attualmente insegno al Sivananda Yoga di Firenze.
Come hai unito l’antica disciplina Indiana al canto devozionale?
Ho unito la necessità di cantare allo yoga. Cosi è nata l’ispirazione al kirtan. L anno scorso, poi, una malattia mi ha dato il forte segnale che era proprio quello che dovevo fare. Negli Stati Uniti ho conosciuto David Newman, Mira e Philippo Franchini e mi hanno spinto in questa direzione. Insieme a lui ho registrato il disco ‘Into the Open’ dove in un brano canta anche lrene.